L’ESPLORATORE – BOLLETTINO UFFICIALE DELL’ASCI ANNO VI – n. 17 – 7 Settembre 1923
Un nostro Eroe
In morte del Rev. Don Giovanni Minzoni
SACERDOTE DI DIO
SOLDATO D’ITALIA
MAESTRO DI SANTITÀ FRA I GIOVANI
TRE VOLTE CONSACRATO
IN TRE PROMESSE DIVERSE
IN UNA FEDE SOLA
AMORE DI DIO E DEL PROSSIMO
—
PER LE TRE PROMESSE
TRE VOLTE SOFFRÌ
LA VITA SELVAGGIAMENTE
GLI FU TRONCA, IN ODIO AL GIGLIO
STRENUAMENTE VOLUTO
NEL CUORE E NELL’ANIMA
DEI FIGLI D’ARGENTA
—
DALL’INFRANTA FIERA CERVICE
L’INFRANGIBILE VOLONTÀ
TRABOCCA
NEL CUORE DI TUTTI
GLI ESPLORATORI D’ITALIA
IL GIGLIO
BAGNATO COL SANGUE DEI MARTIRI
SIMBOLO
DI FORZA DI PUREZZA, DI FEDE
GERMOGLIERÀ
PER TUTTE LE TERRE D’ITALIA, IN OGNI CUORE
DI GIOVANE, CAPACE DI GIOVARE.
Con animo angosciato il Commissario Centrale è costretto dalla periodicità del Bollettino a manifestare ufficialmente a distanza di tempo il cordoglio, che però con subita ansia Io fece partecipare al grave lutto degli Esploratori Emiliani.
L’improvvisa notizia strinse il cuore a tutti i fratelli e poiché i fogli di ogni città ne parlarono con eguale commento di viva deplorazione e compianto, all’Associazione resta ora il dovere di segnare in lettere auree nella sua storia il nome e il fatto: ” Don Giovanni Minzoni Arciprete d’Argenta, tenente del R. Esercito, medaglia d’argento, fondatore degli Esploratori dell’A.S.C.I. in Argenta, malgrado le furiose minacce degli incoscienti e torbidi avversari, indegni degli ideali di cui si proclamavano difensori, colpevole solo di voler perseverare nella santa missione della nostra opera di educatori, la sera di Giovedì 23 Agosto cadeva ucciso a mazzate nella pubblica via dagli efferati sicari dei nemici di Dio e della Patria”.
Insistiamo nel dichiarare nemici nonchè di Dio, della Patria gli assassini del nobilissimo Sacerdote, tali riconoscendoli anche il Governo ed il partito al quale volevano appartenere.
Abbiamo preso nota delle sincere ed ampie condoglianze del Governo stesso, di tutte le Autorità, e speriamo che valgano a lenire Io strazio della Madre e dei Fratelli cui non fu dato che ricondurre a Ravenna la gelida salma dell’Eroe.
Alla dolente Madre inchiniamo riverenti, o Esploratori, le nostre bandiere, le nostre fiamme, le nostre fronti.
Lei che ci educò un cuore così grande.
Perchè è bene ricordare che Don Giovanni Minzoni non fu la vittima inconscia della furia improvvisa, ma del calcolato odio, che sin dal primo giorno di vita dei nostri Riparti d’Argenta gli aveva dichiarato guerra e fatto intorno tempesta incessante.
Don Minzoni era consapevole della gravità del pericolo che sfidava nella serena sicurezza del soldato di Cristo.
Voi, fratelli d’Argenta, che col ricordo della paurosa sera dello scempio, serbate nel cuore il tesoro del Suo amore, voi che, come Esploratori, siete di questo cristiano amore purissimo, i figli, nel pianto per la perdita di tanto padre promettete sulla tomba venerata, con noi, fratelli tutte le terre d’Italia, di conservarvi non indegni dell’altissimo esempio, del sanguinoso sacrificio.
In ogni Riparto dell’A.S.C.I. accanto al ritratto di Pierino del Piano assassinato dai negatori della Patria per aver gridato: Viva l’Italia, sia posto il ritratto di Don Giovanni Minzoni, assassinato per aver voluto l’Italia grande e pura e forte nella forza, nella purezza della gioventù del Giglio.
E tu fortunata o falange cristiana, ogni giorno cresciuta dei nostri Esploratori, tu fortunata per il segno di predestinazione a grandi cose, che questo sangue eroico feconda con quella soprannaturale forza che viene dall’esser stato sparso per Cristo!