L’altra mattina frugavo nei cassetti del mio armadio, e tra le mille cose inutili, ho ritrovato il mio fazzolettone. Povero straccio scolorito. Era dimenticato, non-amato, troppo solo. Avrei chiuso immediatamente il cassetto; sarei scappato subito. Fazzolettone mio, a strisce blu e rosse, hai disturbato la mia giornata; hai intralciato la mia vita; sei riapparso per rimettere tutto in discussione.
Avevo sbarrato nel dimenticatoio della mia coscienza, il mio passato scout, perchè ho troppa paura di buttarmi; perchè ho paura di dire di sì, un sì che chiama altri sì; perchè ho paura di uscire dal mio egoismo per aprire le mani alla generosità . Fazzolettone mio, sei stato lo stendardo che ha guidato la mia crescita; eri bello e luminoso, il giorno della mia Promessa, e ti portavo con tutta la mia fierezza; eri la mia “coscienza” per insegnarmi che la Legge degli esploratori non va vissuta solo con gli scout, ma ad ogni momento della vita; eri presente, come un “grembiule”, quando facevo servizio alla mensa dei poveri; eri sempre lì, come “testimone coraggioso”, quando attraversavo la città con il bus e la gente mi prendeva in giro; eri come un “anello” intrecciato con i fazzolettoni del Gruppo, per ricordarmi che la Comunità è una, fatta di tanti fratelli.
Oggi, ti ho ritrovato, vecchio mio. Mi hai ricordato il nostro passato: la nostra strada insieme è stata luminosa. Hai ragione tu. Voglio ripartire con te, attorno al collo, per dire di sì, il sì della mia promessa rinnovata; per scegliere la generosità; per dare senza pensare a me; per servire.Grazie, fazzolettone mio, mi hai reso la felicità e la … pace!
Padre Stefano dell’Abbazia di Sant’Antimo,
in “Camminiamo Insieme”, n.8 – novembre 2000 (rivista Rover / Scolte Agesci)