La Branca scout Rovers e Scolte si rivolge ai giovani e alle giovani di età compresa tra i 16 ed i 20/21 anni e si propone di accompagnarli, nell’impegno dell’autoeducazione, verso una vita adulta caratterizzata da autonomia, maturazione della capacità di scegliere, responsabilità verso se stessi e gli altri, disponibilità al servizio del prossimo.
I giovani e le giovani si uniscono in comunità di rover e scolte, articolate in un primo momento chiamato Noviziato e in un secondo chiamato Clan se maschile, Fuoco se femminile, Clan/Fuoco se misto.
Qui la strada dello scoutismo prende la direzione del mondo. Quello delle scelte: la famiglia, il lavoro, l’impegno. Quello da “lasciare un po’ migliore di come lo si è trovato”. Con una scelta libera e personale, ragazzi e ragazze firmano la “Carta”, in cui sono fissati gli obiettivi originali di ogni singola Comunità, e l’impegno di ognuno a svolgere un servizio concreto al prossimo. La strada del Clan è la “Route”: una settimana di campo itinerante, con “l’essenziale” e il “provvisorio” come compagni di viaggio. “Fare strada” significa distaccarsi ogni giorno dalle situazioni comode e dalle idee acquisite e rendersi conto che non si è mai del tutto “arrivati”.
Il ritmo dei passi di ognuno va registrato su quello della comunità . Nel Clan le Scolte e i Rovers programmano e gestiscono le attività insieme agli educatori. La fede, la partecipazione politica, la scuola, il lavoro, la famiglia, la sessualità sono i temi dei “Capitoli” di riflessione.
Il servizio verso il prossimo è una delle maggiori esperienze di autoeducazione; nelle maniche rimboccate, nei campi di lavoro, nella collaborazione ai progetti di sviluppo per i Paesi più poveri, cresce una cultura della disponibilità , della gratuità , dell’attenzione, dell’impegno e dell’interesse verso gli altri e la collettività. Ogni scout è una persona “pronta” all’intervento e all’attenzione, che “pone il suo onore nel meritare fiducia”.
A 21 anni il cammino di crescita attraverso lo scoutismo finisce, per continuare con la Partenza sulle strade della vita, nello stile e nei valori cristiani e scout che si sono sperimentati. Con i valori della Legge nella pelle, con il buonumore dello spirito scout nel cuore. Cittadino del mondo, ogni scout – diceva Baden Powell – “È piacevole in compagnia, indispensabile in un naufragio”.
Il Figlio dell’Uomo è venuto non per essere servito ma per servire.
(Mt 20,28)
Al seguito del Signore vogliamo fare della nostra vita un “Servizio”.
Per realizzare nel mondo il messaggio cristiano, per ricostruire nel mondo la pace cristiana.
Servizio a Dio Creatore e Padre, servizio agli uomini riconosciuti fratelli. A questo ha teso tutta la preparazione scout: rendere i giovani pronti ad un dono concreto.
Per porgere agli uomini opere vive e non vane parole, per un aiuto effettivo ed efficace.
Ma ciò che più vale è l’atteggiamento interiore del servizio rover; pel quale occorre un rinnegamento totale di se stessi, un’umiltà semplice e trasparente ed una pazienza larga e generosa.
Onde poter amare senza ricambio, e stimare gli uomini per quello che sono – figli del Padre – e non per quello che appaiono, falsi ed egoisti.
Don Andrea Ghetti, in “Al ritmo dei passi”, ed. Ancora 1983
“Servire” è il “motto” dei Rovers e delle Scolte: a questo ha puntato la formazione precedente: i “motti” delle tre branche – posti in sequenza” – arrivano a formare un “programma di vita”:
Del mio meglio – (per) essere pronto – (a) servire
Il brano fu scritto da don Andrea Ghetti – il Baden delle “Aquile Randagie” , uno di quegli Uomini che definirono le basi del metodo e dello spirito del Roverismo Cattolico Italiano. “Ad Fontes”…, riproponiamo ai Rover, alle Scolte e ai Capi di oggi… il senso ancora vivo del Servizio secondo l’idea dello Scautismo e Guidismo cattolico (ma non solo…).